Occupazione sovietica della Lettonia: il museo del KGB
Stūra māja: “La Casa d’angolo”
La Casa d’angolo, o edificio del KGB a Riga, attrae i turisti con la sua storia oscura ma ricca di significato. È difficile credere che un edificio così bello sia stato una prigione per decenni, dove si torturavano e uccidevano tante persone per i loro pensieri durante l’occupazione sovietica della Lettonia. Sono stata in questo museo quattro volte e mi ha lasciato un’impressione permanente.
Un bellissimo edificio con una storia terribile
L’edificio di via Brivibas fu costruito nel 1912 su progetto dell’architetto Alexander Vanagas, che scelse di decorarlo in stile Art Nouveau con archi e colonne. Nel 1940, con l’inizio dell’occupazione sovietica, il KGB si insedia qui. In città si diffuse rapidamente la voce che gli agenti dei servizi segreti potevano prelevare una persona letteralmente dalla strada e mandarla a interrogare. Durante l’occupazione sovietica della Lettonia, gli attivisti del movimento di liberazione lettone e chiunque fosse sospettato di opporsi al potere sovietico furono portati qui. Si stima che circa 45.000 prigionieri politici siano passati per la Stūra māja durante la loro detenzione.
Dentro una prigione sovietica
Al piano terra, nella sala generale, una guida incontra i gruppi turistici. Da qui inizia il vero viaggio nella storia. La guida ha iniziato mostrandoci un ascensore particolare, con due entrate, in modo che i prigionieri politici non potessero vedere gli agenti del KGB. Sembrava una bara verticale. Poi siamo entrati nella sala di registrazione, dove si registravano le informazioni sui nuovi prigionieri. Tutte le sedie e i tavoli sono stati conservati dall’epoca sovietica e sono marchiati con il simbolo del KGB. Successivamente siamo entrati nella sala degli interrogatori o, per dirla in parole povere, nella sala delle torture, con uno specchio a doppia faccia. Successivamente, la guida ci ha condotto in celle di detenzione speciali (1×1 m), senza luce, finestre o servizi igienici. I prigionieri politici potevano essere lasciati lì senza cibo e acqua per giorni interi. La visita è proseguita nel seminterrato, dove c’erano altre celle, la cucina della prigione e il cortile. L’ultima stanza della visita era la sala delle esecuzioni. Qui c’erano molti fori di proiettile nel muro e un foro nel pavimento per far fuoriuscire il sangue.
Ai giorni nostri
Dopo la liberazione della Lettonia, la struttura è stata utilizzata dalla polizia di Stato lettone dal 1991 al 2008. Tuttavia, data l’importanza storica dell’edificio, oggi la struttura ospita una sezione del Museo dell’Occupazione della Lettonia. Quando si inizia a imparare il russo, si parla di cibo e di cultura, degli aspetti positivi. Ma anche questo aspetto è una parte della storia, che vale la pena imparare per capire meglio i lettoni e il loro Paese.
Izzy, attualmente studentessa nella scuola Liden & Denz a Riga
Traduzione di Raffael