Tēvocis Vaņa: Un viaggio culinario nella cultura slava
Quando una persona si interessa alla lingua di Puškin, spesso è perché è rimasta affascinata dalla cultura russa. Una delle prime forme d’arte che viene in mente è la letteratura, con nomi illustri come Tolstoj, Dostoevskij e Cechov. Quest’ultimo è l’autore di numerosi racconti e opere teatrali, tra cui il celebre Zio Vanja. Perché allora non approfondire l’immersione nella cultura russa esplorando la sua gastronomia, in un ambiente che evoca quest’opera iconica?
Una facciata accogliente e un interno teatrale
Il ristorante Tēvocis Vaņa (Дя́дя Ва́ня / Zio Vanja) offre proprio questa esperienza. Già dall’esterno si percepisce il calore che irradia questo luogo. La sua facciata rosata crea un affascinante contrasto con le calde tonalità beige, rosse e nere dell’interno. Appena varcata la prima porta, una scala sulla destra conduce a un bar che, si spera, riaprirà presto. Entrando nella sala principale, ci si trova avvolti in un’atmosfera degna delle pagine di un romanzo o del palcoscenico di un teatro. I grandi tavoli sono predisposti per le famiglie e i gruppi, mentre i tavoli più piccoli, incastonati tra gli scaffali, offrono un’esperienza culinaria più intima.
Un’atmosfera di letteratura e melodie nostalgiche
È raro trovare un’atmosfera così accogliente ed elegante. I libri che rivestono le pareti sono prevalentemente in russo e si possono sfogliare se si è tentati di praticare questa lingua accattivante. Le pareti sono decorate con ritratti di famiglia d’epoca e fotografie d’archivio dei monumenti di Riga, insieme a una carta da parati che contrasta con l’ambiente sterile tipico dei ristoranti classici. Per migliorare l’estetica teatrale, un tavolo appartato in fondo alla sala è nascosto dietro tende nere, offrendo un luogo ideale per improvvisare una cena spettacolo. Oltre agli elementi visivi, questa atmosfera unica è ripresa dalla musica: un mosaico di canzoni russe del XX secolo che trasporta in un’altra epoca. Naturalmente, questa immersione sensoriale continua con il menu.
Il menu vanta una vivace gamma di piatti provenienti da tutto il mondo slavo. Come spiega lo chef, Андрей Шматченко (Andrei Shmatshenko), si tratta di piatti che spaziano “dalla Russia orientale all’europa orientale”. Troverete selezioni come il “Pacchetto del Caucaso” e la famosa cotoletta di “Kiev”. I sapori del Baltico sono in primo piano, con un’ampia scelta di pesci e carni: luccio (Щука), salmone (Лосось), lucioperca (судак) e altro ancora, ciascuno preparato in una varietà di modi. Ma lo storione (осётр), accuratamente evidenziato dallo chef, occupa un posto d’onore. Potrete anche incontrare piatti unici e inaspettati: se, ad esempio, siete francesi abituati ai frutti di mare dell’Atlantico e avete voglia di ostriche, sarete felici di trovarle qui.
Un menu che celebra le tradizioni slave
Naturalmente, se siete a Riga, siete qui soprattutto per assaporare le specialità locali, e questo è anche l’impegno del ristorante: tutti gli ingredienti sono di origine lettone e provengono dai mercati locali. Si può naturalmente immaginare di assaggiare il caviale rosso o nero (икра), i varieniki (вареники), un tipo di raviolo ripieno di carne o cavolo, il pesce affumicato o la zuppa solianka (солянка). Lo chef è chiaro: “i piatti più tradizionali e senza tempo sono i più buoni”, per questo consiglia di iniziare con l’insalata russa (оливье), un borscht ucraino (борщ) assolutamente da provare, che sottolinea come questo posto sia un autentico crocevia di tradizioni culinarie slave, seguito da pelmenis (пельмени) e, naturalmente, dallo storione. Per il dessert, optate per un piatto a base di latte condensato, come il медовик (Miedavik), e sarete sicuri di fare la scelta giusta.
Un’esperienza sensoriale unica
Da parte mia, ho avuto la fortuna di assaggiare dei deliziosi pelmenis ripieni di manzo e maiale, conditi con l’immancabile smetana (сметана), il tutto accompagnato da un distillato sconosciuto: Hrenovuha (хреновуха). Questa potente acquavite a 40 gradi, servita in un piccolo bicchiere, ha risvegliato perfettamente le mie papille gustative prima di assaporare i primi bocconi. Secondo la tradizione slava, è comune bere un’acquavite forte come accompagnamento, spesso vodka, a volte aromatizzata con aglio o pepe. Una bevanda analcolica chiamata mors (морс) ha addolcito l’esperienza con la sua miscela di vari frutti di bosco, creando un piacevole contrasto. Questa esperienza è solo un assaggio di ciò che il ristorante ha da offrire, ma è sufficiente a farmi venire voglia di tornare per esplorare altri piatti e bevande. Spero che anche in voi si accenda la stessa sete di scoperta e che vi porti a Tēvocis Vaņa!