“Lo specchio” (1975) di Tarkovsky – film russi da vedere
Зеркало (Zerkalo), “Lo specchio” in italiano, è un capolavoro cinematografico del 1975 diretto dal celebre regista russo Andrei Tarkovsky nonché uno dei film russi che non puoi perderti se ami il cinema e la cultura russa.
Il protagonista è Alexei, un uomo di 40 anni, alter ego del regista, che intraprende un viaggio attraverso i corridoi della memoria mentre affronta l’imminente spettro della morte.
L’universalità dei suoi temi
La bellezza di questo film è racchiusa nel suo stesso titolo, poiché questo capolavoro è uno specchio che riflette i sogni di Tarkovsky, proiettando al contempo le luci e ombre della sua vita.
Lo specchio non è solamente rivolto verso il regista, ma anche verso lo spettatore, dal momento che il film esplora temi universali ed esistenziali, come la fragilità della memoria, il dolore della perdita e la ricerca dell’identità.
La bellezza del film risiede nella sua capacità di evocare una reazione profonda e contemplativa, rendendolo così un’esperienza profondamente commovente.
Poesia visiva…
Le scene, i movimenti di camera lenti e le inquadrature meticolosamente composte di Tarkovsky creano un senso di fluidità e atemporalità.
Il film è pittoresco e sembra spesso star guardando dei dipinti prendere vita.
Ogni fotogramma è stato accuratamente realizzato per trasmettere uno stato d’animo o un’idea specifica.
La narrazione non lineare e frammentata mescola passato e presente, realtà e sogno, rispecchiando il modo in cui la memoria umana funziona.
La maestria nell’uso delle luci e dei colori è evidente in tutto il film.
Tarkovskij usa spesso luci soffuse per creare un’atmosfera onirica, mentre la palette dei colori passa dai toni più tenui e a quelli più vivaci, per riflettere i ricordi dei personaggi e comunicare il loro stato emotivo.
Tutto ciò contribuisce alla bellezza e all’impatto visivo del film.
“Lo specchio” è anche ricco di simbolismi evocativi, con oggetti e motivi ricorrenti intessuti nella trama.
I quattro elementi – terra, aria, fuoco e acqua – vengono utilizzati per evocare emozioni primarie e concetti metafisici.
Questi simboli sono aperti all’interpretazione, invitando gli spettatori a esplorare le innumerevoli sfaccettature del film e a scoprire nuove prospettive con ogni visione.
…e poesia lirica
“Lo specchio” non è apprezzato solo per il suo stile visivo poetico, ma anche per la sua poesia lirica.
Il regista onora suo padre, il poeta Arseny Tarkovsky, incorporando le sue poesie nel film.
Le poesie che compaiono nel film evocano i temi della memoria, del tempo e dell’esistenza, approfondendo l’esplorazione di queste tematiche.
La collaborazione artistica tra padre e figlio contribuisce ulteriormente all’autenticità e all’intimità del film, mentre il connubio tra arte letteraria e visiva accresce la profondità e la risonanza delle rispettive opere.
“Lo specchio” è un capolavoro ipnotico, introspettivo e visivamente stupefacente; un’esperienza visiva immancabile per i cinefili alla ricerca di un viaggio indimenticabile nell’anima del cinema russo.
Articolo realizzato da Elle, studentessa di russo alla Liden & Denz di Riga.